An Invisible Sign of My Own

sei tu che confondi l’amore con la vita [tondelli]

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di te non so che dire.
non sei come loro, non sei

la fatica delle braccia contro le onde il respiro affannato dalla corsa il peso del corpo nel saltare

e a forza di cartografare distanze credo di essermi smarrita, ora che ho trovato la mia fila e il posto numerato, e tu mi siedi accanto e persino l’amore mi riesce facile adesso, persino l’amare, e allora a chi cavolo vuoi che importi se la vita lì sul palcoscenico fa un po’ quel che le pare, lasciamo che reciti e finga e apra e chiuda i suoi sipari sottane, che apra e spalanchi le gambe e chiuda pure gli occhi, se crede. io credo che di ogni pagina del mio catalogo delle assenze dovrei fare un origami, piegare l’abbraccio che non mi ha dato a forma di aeroplano, piegare l’amore che non aveva il mio nome a forma di barca – e lo sapevi che in giappone costruiscono pannelli solari per satelliti a forma di origami? – e crescere un fiore di carta per ogni lacrima che mi ha fatto piangere, e non lo so mica se so fare un girasole, no, ma credo andrà bene comunque, qualsiasi cosa ne esca fuori.

e, no, di te non so mica che dire. non mi ero mai accorta ci fossero solo parole tunnel e parole ponte nel mio dizionario, e tutte le parole mezzo di trasporto con le quali coprire la lontananza – dacci oggi la nostra fame quotidiana – da questo e quei corpi umani, e dev’essere per questo motivo che adesso mi trovo un poco spaesata, e se scrivo in terra straniera funziona anche come metafora, e allora chissà poi a cosa è servito imparare una terza lingua, affogare le erre e zittire le di, e tenermi metà delle lettere in bocca, se adesso non so darti nemmeno metà delle parole che meriti, parole casa e parole tisana alle erbe, e ancora mi tocca incespicare sulle tue stelle pronunciate male e sulle tue kappa strisciate contro le labbra, se adesso mi pare che non ci sia poi molto da aggiungere al silenzio che fanno gli occhi e le mani.

(e la mia lingua suona ancora meglio, quando provi a dire coccodrillo)

Written by la ragazza dai capelli strani

settembre 28, 2011 at 12:08 am

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